Andrea Virga nato nel 1987 a Casale Monferrato, di origini siculo-veneto-piemontesi. Ha studiato Filosofia e Storia presso la "Scuola Normale Superiore", occupandosi di storia e cultura delle destre e dei fascismi. Formatosi con autori come Tolkien è cresciuto poi nutrendo le sue attuali posizioni comunitariste.
"Charleston Shooting"
1) Dopo Charleston, Chattanooga e Lafayette adesso anche Nashville nel mirino di questi tiratori. Quattro eventi in meno di tre mesi. Lei cosa ne pensa ?
È abbastanza in linea con i tassi
di violenza presenti negli Stati Uniti. Se consideriamo, ad esempio, le
sparatorie nelle scuole, ci sono 14 eventi nei primi 5 mesi del 2015, per un
totale di 2 morti e 21 feriti. Ai quattro eventi citati, si possono inoltre
aggiungere le sparatorie di Tyrone (febbraio), Garland e Waco (maggio). Non
dimentichiamo inoltre che sono tutti avvenuti nel Sud degli Stati Uniti, dove
il tasso di omicidi è più elevato e raggiunge livelli anche dieci volte
superiori a quelli italiani.
A mio parere, questo non dipende
tanto dalla diffusione delle armi, come è sostenuto da vari politici
democratici, bensì, più in generale, dal degrado sociale in cui versa questo
grande paese, segnato dalla diseguaglianza, dell'alienazione e dalle tensioni
razziali, in misura ben superiore rispetto al resto dell’Occidente (Europa,
Canada, ecc.).
2 ) Dalle prime informazioni ricevute da Charleston fino all'ultima di pochi giorni fa a Nashville, i motivi del gesto sono diversi. Dal fondamentalismo islamico alla follia omicida. Hanno un fine secondo lei ?
Nei casi di Tyrone e Nashville,
si sarebbe trattato di folli isolati; a Waco c’è stata una sparatoria tra due
bande di motociclisti; a Lafayette e Charleston, i colpevoli sono estremisti di
destra con problemi mentali. Questi eventi, perciò, restano sostanzialmente
nella norma, rispetto alla situazione statunitense, cui ho accennato. La vera
novità è costituita dagli attacchi di Garland e di Chattanooga, entrambi
riconducibili al fondamentalismo islamico.
Il primo è stato rivendicato
dall’ISIS, ed è avvenuto contro l’esposizione di alcune vignette del Profeta
Maometto. Il secondo, mirato ad installazioni militari, è stato opera di un
cittadino statunitense di origine palestinese, anch’egli con problemi mentali.
Quest’ultimo caso è il più interessante perché mostra due tendenze: da una
parte, la promozione da parte del fondamentalismo islamico del terrorismo
spontaneista, basato sulle azioni estemporanee di singole persone o cellule,
senza alcun collegamento tra loro; dall’altra, l’estremismo religioso islamico
si aggiunge all’estremismo religioso cristiano e a quello su base razzista, già
presenti da tempo negli Stati Uniti, come molla che può far spingere persone
mentalmente instabili a commettere fatti di sangue.
3) Si parla di attacco sotto false bandiera o "false flag". Lei in questi quattro episodi ne vede almeno uno ?
Personalmente, sono abbastanza
scettico a questo proposito. Nessuno di questi eventi ha avuto un impatto
particolarmente forte sulla popolazione, a livello mediatico, paragonabile ad
esempio al massacro di Columbine School. Il caso di Charleston è stato, è vero,
sfruttato per un’offensiva legale contro i simboli degli Stati Confederati
d’America, ma questa non era certo una priorità da parte del governo. Anzi, di
fatto, è stato più un contentino per la pubblica opinione, senza affrontare
realmente il problema razziale negli USA.
Quanto ai casi legati al
terrorismo islamico, non hanno modificato sostanzialmente la situazione. Già
precedentemente, il governo statunitense era formalmente schierato contro
l’ISIS, per cui non c’era motivo di soffiare ulteriormente sul fuoco, visto
inoltre che l’intervento militare è rivolto contro la Repubblica Araba di
Siria, piuttosto che contro il Califfato. Che poi questo evento sia sfruttato,
a posteriori, dai media è un altro discorso.
4) Ritornando
all'ultima gesta eroica consumatasi a Nashville, come mai i media locali USA e
quelli nazionali si sono sentiti in dovere di riprendere attimo per attimo gli
sviluppi della vicenda in diretta streaming e ponendo l'attenzione soprattutto
sugli agenti delle forze speciali, sempre ben attrezzati ed armati fino ai
denti ?
La risposta è abbastanza
scontata. Ovviamente, l’elemento propagandistico è sempre presente nei media, e
a maggior ragione se si tratta di dover rassicurare i cittadini circa
l’efficienza e le capacità delle forze dell’ordine governative, rafforzando
quindi l’immagine del governo, come protezione per il cittadino, anche in caso
di emergenze. Non manca però neanche l’idea postmoderna della "mediatizzazione" di ogni evento, con la sua rappresentazione in tempo reale: si tratti di una
guerra o di una catastrofe naturale o di un fatto di sangue.
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Si, diciamo che se le le gang di strada non avessero accesso a fucili d'assalto e armi automatiche varie sarebbe un pochino meglio ma il la tesi che si vuol fare passare e' quella delle "tensioni razziali". Parliamone allora; ecco alcuni numeri dal Bureau Of Justice Statistic http://www.bjs.gov/content/pub/pdf/ard0309st.pdf
RispondiEliminada Channel 4 FactCheck:
http://blogs.channel4.com/factcheck/factcheck-black-americans-killed-police/19423
[...] there were 2,931 “arrest-related deaths” from 2003 to 2009. That includes car chases, shootouts and so on. The casualties are nearly always male, and men aged 25 to 34 are most likely to die.
Some 41.7 per cent of the casualties were white and 31.7 per cent were black.
Since black people only make up about 13 per cent of the US population, and nearly 63 per cent of Americans are white, blacks were disproportionately likely to be killed.
E ancora:
"Black Americans killed by police twice as likely to be unarmed as white people"
-Guardian analysis finds 102 people killed by police so far this year were unarmed, and that agencies are killing people at twice the rate calculated by US government-
http://www.theguardian.com/us-news/2015/jun/01/black-americans-killed-by-police-analysis
Ma sono sicuro che il nostro "comunitarista" queste stat se le pappa a colazione..ergo di cosa stiamo parlando?
Questi dati confermano esattamente quello che ho detto: l'emarginazione sociale di Afroamericani e Ispanici è innegabilmente uno dei principali fattori di violenza, crimine e instabilità negli Stati Uniti.
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