Si
è trattato di un attentato eseguito con modalità inusuali, che gli inquirenti
ancora non hanno decifrato. Il capo della polizia thailandese ha parlato di una
"rete di persone", escludendo così l'iniziativa individuale. Sono
molte le ipotesi al vaglio, tra queste la più accreditata è la matrice politica
interna, con la guerra civile che dunque proseguirebbe attraverso il
terrorismo. Il generale Prayuth Chan-ocha, primo ministro thailandese, si è
riferito ad un ragazzo vestito di giallo, ripreso da alcune telecamere a
circuito chiuso piazzate lungo la strada coinvolta, indicandolo come un
possibile "membro di un movimento antigovernativo con base nel Nord-Est
della Thailandia". Implicito ma desumibile il rimando al movimento delle
cosiddette 'camicie rosse', vicine all'ex primo ministro Thaksin Shinawatra.
Un'altra ipotesi è quella dell'estremismo islamista, molto attivo in Asia
meridionale (India, Birmania, Filippine, Malesia e Indonesia) già durante l'era
Osama bin Laden (2001-2011). A differenza del contesto mediorientale, nell'Asia
interna o in Estremo Oriente non è facile localizzare e individuare il
radicalismo né risalirne alle dinamiche politiche interne. Ad oggi non si sa
molto della sua riorganizzazione nella regione, dopo il ridimensionamento di Al-Qaeda
e l'ascesa dell'ISIS tra Siria e Iraq. Tuttavia, in questo caso, due sarebbero
i possibili moventi: l'islamismo separatista presente nel Sud della Thailandia,
dove vivono consistenti comunità musulmane; oppure la vendetta della rete
terroristica degli estremisti uiguri (maggioranza relativa di religione
musulmana dello Xinjiang cinese) per la recente decisione presa da Bangkok di
consegnare alle autorità cinesi 109 loro conterranei detenuti e sospettati di
terrorismo.
2) Pochissime ore dopo l'accaduto, il
ministro della Difesa thailandese, ha dichiarato testuali parole: "L'attentato è rivolto contro il settore turistico, e
ha lo scopo di distruggere l'economia del Paese". Secondo lei è così ?
Non
ho elementi per rispondere a questa domanda. Sicuramente il ministro della
Difesa dispone di informazioni e documentazioni a sostegno della sua analisi.
Senz'altro, la conseguenza più immediata di questo attentato sarà una
diminuzione del flusso turistico, come già avvenuto in Tunisia dopo gli
attentati dei mesi scorsi o in Egitto dopo gli attentati a Sharm-el-Sheik di
dieci anni fa. Colpire un luogo di culto buddhista molto frequentato da fedeli
e turisti è un gesto dal forte impatto simbolico. Le letture sono molteplici,
come già detto prima, tuttavia si è voluto infliggere un colpo molto duro alla
rete di sicurezza del Paese, con le probabili conseguenze economiche cui fa
cenno il ministro. Molti non se ne rendono conto, ma in generale la sfera della
sicurezza collettiva e quella dell'economia e del commercio hanno legami molto
più profondi di quanto si pensi.
3) Molti analisti
parlano di una sorta di vendetta, verso Bangkok, per i continui atti di
cooperazione con il governo centrale di Pechino.
Lei cosa ne pensa ?
Le
relazioni sino-thailandesi, avviate ufficialmente quaranta anni fa, hanno raggiunto
un alto livello di cooperazione in tutti i settori, dall'economia
all'assistenza umanitaria, dalla cultura alla difesa. Negli ultimi anni si sono
solidificate, questo è vero, ma un discorso analogo potremmo farlo per quanto
concerne quasi tutti gli altri partner del Sud-Est Asiatico e non solo per la
Thailandia. Senz'altro, quanto ho detto in precedenza in merito alla pista
uigura fa pensare ad una risposta violenta alla recente scelta del governo
thailandese di consegnare i sospetti terroristi alla Cina. Dunque, se fosse
confermata tale ipotesi, saremmo di fronte ad una vendetta per un atto di
cooperazione con la Cina.
4) Tutto ciò, dopo che il 5 agosto di
quest'anno il neo-ambasciatore USA si instaura a Bangkok. Non suona strano ?
Possiamo parlare di "Operazione sotto falsa bandiera"?
Ovviamente
non ho il benché minimo elemento per rispondere a questa domanda. Le
interferenze degli Stati Uniti, o di loro organizzazioni governative e non, in
Asia orientale sono evidenti e alla luce del sole in diversi contesti: da
Taiwan al Tibet, dallo Xinjiang alle Filippine, dal Myanmar alla Cambogia e
così via. Ma un ambasciatore svolge funzioni diplomatiche di rappresentanza di
un governo in un Paese straniero. Un suo eventuale coinvolgimento diretto in un
attentato del genere equivarrebbe ad un atto di guerra contro la Thailandia.
Credo che si debba sbaragliare il campo dalla fantascienza e parlare solo sulla
base dei dati oggettivi e dei risultati delle indagini condotte dalle autorità
locali.
Alba Internazionale ringrazia, Andrea Fais, direttore della rivista "Scenari Internazionali."
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