di Maurizio Blondet
Ciò che in queste ore sta accadendo in Francia è semplicemente spaventoso. Secondo media locali francesi, la magistratura ha definitivamente inviato alla città di Nizza un ordine che sancisce l'eliminazione materiale dei video di sorveglianza dal giorno 14 al giorno 15 luglio. Questo in basso è un articolo trascritto dal noto giornalista e scrittore italiano Maurizio Blondet, che ripropongo.
Il municipio di Nizza ha ricevuto una ingiunzione di sequestro dalla Procura di Parigi: cancelli "completamente" le 24 ore di immagini riprese da sei telecamere di sorveglianza (specificamente nominate e numerate) che hanno ripreso l'attentato del 14 luglio e anche "tutte le scene che dall'inizio dell'attentato hanno avuto luogo sulla Promenade des Anglais".
Lo denuncia il Figaro – si noti, il più mainstream del giornali – riportando una frase pronunciata da una (anonima) fonte del Comune di Nizza: “E’ la prima volta che ci si chiede di distruggere delle prove”. Aggiungendo: “La città di Nizza e il centro di videosorveglianza potrebbero essere perseguiti se lo fanno, e del resto gli agenti responsabili del dispositivo non hanno la prerogativa di fare tali operazioni”. La richiesta (continua il Figaro) sembra tanto più stupefacente perché lo SDAT (Sotto-Direzione Antiterrorismo, una specie di Digos) ha inviato da venerdì del personale allo scopo di recuperare le 30 mila ore di videosorveglianza legata ai noti eventi. La Procura di Parigi (il Parquet) richiesta di spiegazioni dal Figaro, ha spiegato che la misura mira a “evitare la diffusione non controllata e non padroneggiata di immagini” (sic). Quanto alla polizia nazionale, ecco la sua ‘spiegazione’, se così si può chiamare: “Sulle mille telecamere istallate a Nizza, 140 presentavano elementi d’inchiesta interessanti. La polizia giudiziaria ha recuperato il cento per cento di queste immagini. La Polizie e il Parquet hanno chiesto di cancellare le immagini di queste 140 per evitarne l’utilizzo malevolo, preoccupati per la dignità delle vittime e la ripresa di queste immagini da siti jihadisti a scopi di propaganda”. La distruzione deve essere ‘completa’ perché, ecco completata la spiegazione, è impossibile procedere a distruzione parziale di questo tipo di materiali.
Fin da sabato l’Eliseo (ossia Hollande)
aveva chiesto di avere le copie delle immagini
dell’attentato, che gli sono state recapitate in CD. La polizia
giudiziaria era stata precipitata già poche ore dopo per fare “una
recensione delle telecamere in presa diretta con gli eventi”. “Bisognerà cancellare anche quel CD?”, dice sarcastica una fonte a
Nizza. La
cosa più stupefacente è che siano dei media mainstream a non accettare
le “versione ufficiale”. L’altro ieri è stata Libération a rivelare quel che i nostri
lettori sapevano già da un giorno, ossia che la Promenade, quella sera,
“non era protetta dalla polizia nazionale” ma solo da una piccola transenna dei
vigili urbani – perché la polizia, che fino a poche ore prima aveva sbarrato il
lungomare con due furgoni messi di traverso durante la parata militare,
se n’era andata. Incredibile la reazione contro il giornale della gauche-caviar del ministro dell’Interno:
“Complottisti!”. Valls ha fatto l’offeso: “Intollerabile che si dubiti della parola del governo. Siamo trasparenti”.
Adesso
è la volta del Figaro. (che sta con Sarkozy). Vedremo
gli sviluppi nelle prossime ore. Probabilmente Hollande invidia in queste ore
Erdogan, che in nome della lotta al terrorismo islamico sbatte in galera i
giornalisti e li sostituisce con i suoi servi. Ma anche questa pretesa, di
cancellare elementi di prova, dimostra due cose: che Hollande ha qualcosa da
nascondere, ovvio; ma soprattutto, che in un paese europeo, e in quello
in cui è nata la ‘democrazia’, al potere si covino pulsioni
dispotiche. Impunite.
Il
governo ancora non ha spiegato quello strano video preso da qualcuno subito
dopo che il camion bianco s’è fermato crivellato di colpi, in cui degli
agenti armati (o con la divisa di agenti) buttano a terra un
individuo, lo picchiano e lo portano via. Eppure si poteva ammettere: nella
tensione e confusione del momento, i nostri agenti hanno commesso un
errore di persona, hanno pestato uno che non c’entrava.
Se
volete sapere come mai il vostro modesto cronista ha denunciato prima di Libé
che quella sera la polizia aveva rimosso gli sbarramenti poche ore prima
dell’attentato, la risposta è facile: leggendo su Panamza, il
sito del giornalista blogger Hicham Hamza (francesissimo d’origine maghrebina),
che per le sue rivelazioni è perseguito da non so se sei o sette denunce dal
governo Valls. Se visitate il sito anche oggi, vedrete altri video
interessanti. Panamza sito web
Quello
dove un sopravvissuto alla strage, un turista russo di nome Bai Parchoev, dal lettino del pronto soccorso, testimonia: “Non capisco perché si
continui a parlare di ‘un’ terrorista. Erano due! Uno guidava, e l’altro
sul sedile passeggeri – quello che ha sparato” ( Mohamed Lahouaiej
Bouhlel ha sparato con la sua pistola 7.65 ad un agente che ha
cercato di affiancarlo. Come si ricorderà, un giudice ha ammesso che il
cadavere del LGBT-radicalizzato-improvvisamente era sul sedile passeggeri, non
alla guida) la testimonianza di Bai Parchoev.
C’è
anche la testimonianza in video di una ragazzina, presente alla strage, che ha
visto “un uomo armato uscire dal camion”…ma non vorrete credere a una
bambinetta. Credete ad Hollande .
C’è
anche la storia di Richard Gutjahr, strana figura attore-e-giornalista
tedesco, che era lì e ‘’per caso’ ed ha filmato la corsa stragista
del camion, gridando subito (si sente nel suo video) “Attentato
terroristico!”: aveva già capito tutto. Come mai? Forse perché questo
Gutjahr è sposato con l’isrealiana a Einat Wilf; che non è solo
un’israeliana, ma anche una ex deputata della Knesset, del partito di
Netanyahu, e uscita dai servizi d’intelligence militari. Richard Gutjahr a Nizza.
Abbiamo
già raccontato del turista Damien Zamon che ha detto al Telegraph: non
sono andato a vedere i fuochi d’artificio, perché mio padre – Israel Zamon – mi
ha supplicato di non andare sulla Promenade, ché ci sarebbe stato un attentato.
Israel Zamon. Damien Zamon.
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