venerdì 22 luglio 2016

Hollande ordina a Nizza: cancellate tutte quelle immagini.


di Maurizio Blondet

Ciò che in queste ore sta accadendo in Francia è semplicemente spaventoso. Secondo media locali francesi, la magistratura ha definitivamente inviato alla città di Nizza un ordine che sancisce l'eliminazione materiale dei video di sorveglianza dal giorno 14 al giorno 15 luglio. Questo in basso è un articolo trascritto dal noto giornalista e scrittore italiano Maurizio Blondet, che ripropongo.

Il municipio di Nizza ha ricevuto una ingiunzione di sequestro dalla Procura di Parigi: cancelli "completamente" le 24 ore di immagini riprese da sei telecamere di sorveglianza (specificamente nominate e numerate) che hanno ripreso l'attentato del 14 luglio e anche "tutte le scene che dall'inizio dell'attentato hanno avuto luogo sulla Promenade des Anglais".


Lo denuncia il Figaro – si noti, il più mainstream del giornali – riportando una frase pronunciata da una (anonima)  fonte  del Comune di Nizza: “E’ la prima volta che ci si chiede di distruggere delle prove”. Aggiungendo: “La città di Nizza e il centro di videosorveglianza potrebbero essere perseguiti se lo fanno, e del resto gli agenti responsabili del dispositivo non hanno la prerogativa di fare tali operazioni”.  La richiesta (continua il Figaro) sembra tanto più stupefacente  perché lo SDAT (Sotto-Direzione Antiterrorismo, una specie di Digos) ha inviato da venerdì del personale allo scopo di recuperare le 30 mila ore di videosorveglianza legata  ai noti eventi.  La Procura di Parigi (il Parquet)  richiesta di spiegazioni dal Figaro, ha spiegato che la misura mira a “evitare la diffusione non controllata e non padroneggiata  di immagini”  (sic).  Quanto alla polizia nazionale, ecco la sua ‘spiegazione’, se così si può chiamare: “Sulle mille telecamere istallate a Nizza, 140 presentavano   elementi d’inchiesta interessanti. La polizia giudiziaria ha recuperato il cento per cento di queste immagini. La Polizie e il Parquet hanno chiesto di cancellare le immagini di queste 140 per evitarne l’utilizzo malevolo, preoccupati per la dignità delle vittime e la ripresa di queste immagini da siti jihadisti a scopi di propaganda”.  La distruzione deve essere ‘completa’ perché,  ecco completata la spiegazione, è impossibile procedere a distruzione parziale di questo tipo di materiali.

Fin da sabato l’Eliseo (ossia Hollande) aveva  chiesto  di avere  le copie delle immagini dell’attentato, che gli sono state recapitate in CD. La polizia giudiziaria era stata precipitata  già poche ore dopo  per fare “una recensione delle telecamere in presa diretta con  gli eventi”. “Bisognerà cancellare anche quel  CD?”, dice sarcastica una fonte a Nizza. La cosa più stupefacente è che siano  dei media mainstream a non  accettare le “versione ufficiale”.  L’altro ieri  è stata  Libération a  rivelare quel che i nostri lettori sapevano già  da un giorno, ossia che la Promenade, quella sera, “non era protetta dalla polizia nazionale” ma solo da una piccola transenna dei vigili urbani – perché la polizia, che fino a poche ore prima aveva sbarrato il  lungomare con due furgoni messi di traverso durante la parata militare, se n’era andata.  Incredibile la reazione  contro il giornale della gauche-caviar del ministro dell’Interno: “Complottisti!”.  Valls ha fatto l’offeso: “Intollerabile che si dubiti della parola del governo. Siamo trasparenti”.

Adesso è la volta del  Figaro.  (che sta con Sarkozy).  Vedremo gli sviluppi nelle prossime ore. Probabilmente Hollande invidia in queste ore Erdogan, che in nome della lotta al terrorismo islamico sbatte in galera i giornalisti e li sostituisce con i suoi servi. Ma anche questa pretesa, di cancellare elementi di prova, dimostra due cose: che Hollande ha qualcosa da nascondere, ovvio; ma soprattutto, che in un paese europeo,  e in quello in cui è nata la ‘democrazia’,  al potere si covino pulsioni dispotiche. Impunite. 
Il governo ancora non ha spiegato quello strano video preso da qualcuno subito dopo che il camion bianco s’è fermato crivellato di colpi, in cui degli agenti  armati (o  con la divisa di agenti)  buttano a terra un individuo, lo picchiano e lo portano via. Eppure si poteva ammettere: nella tensione e confusione del momento, i nostri agenti hanno  commesso un errore di persona, hanno pestato uno che non c’entrava.
Se volete sapere come mai il vostro modesto cronista ha denunciato prima di Libé che quella sera la polizia  aveva rimosso gli sbarramenti poche ore prima dell’attentato,   la risposta è facile:  leggendo su Panamza, il sito del giornalista blogger Hicham Hamza (francesissimo d’origine maghrebina), che per le sue rivelazioni è perseguito da non so se sei o sette denunce dal governo Valls. Se  visitate il sito anche oggi, vedrete  altri video interessanti. Panamza sito web
Quello dove un sopravvissuto alla strage, un turista russo di nome  Bai Parchoev, dal lettino del pronto soccorso, testimonia: “Non capisco perché si continui a parlare di ‘un’ terrorista. Erano due!  Uno guidava, e l’altro sul sedile passeggeri – quello che ha sparato”  ( Mohamed Lahouaiej Bouhlel  ha sparato con la sua pistola 7.65 ad  un agente che ha cercato di affiancarlo. Come si ricorderà, un giudice ha ammesso che il cadavere del LGBT-radicalizzato-improvvisamente era sul sedile passeggeri, non alla guida) la testimonianza di Bai Parchoev.
C’è anche la testimonianza in video di una ragazzina, presente alla strage, che ha visto “un uomo armato uscire dal camion”…ma non vorrete credere a una bambinetta. Credete ad Hollande .
C’è anche la storia di  Richard Gutjahr, strana figura attore-e-giornalista tedesco, che era lì e ‘’per caso’  ed  ha filmato la corsa stragista del camion,  gridando subito (si sente nel suo video) “Attentato terroristico!”: aveva già capito tutto. Come mai? Forse perché questo Gutjahr è sposato con l’isrealiana a Einat Wilf;  che non è solo un’israeliana, ma anche una ex deputata della Knesset, del partito di Netanyahu, e uscita dai servizi d’intelligence militari. Richard Gutjahr a Nizza.
Abbiamo già raccontato del turista Damien Zamon che ha  detto al Telegraph: non sono andato a vedere i fuochi d’artificio, perché mio padre – Israel Zamon – mi ha supplicato di non andare sulla Promenade, ché ci sarebbe stato un attentato. Israel Zamon. Damien Zamon.

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