Con il 25°esimo anniversario dal crollo del muro di Berlino, 9 novembre 1989, voglio riproporre un mio articolo che già scrissi precedentemente su questo blog.
Con la caduta del muro nella capitale tedesca, nel 1989, con esso cadono dei principi sociali e civili che la società dell'Europa dell'Est era riuscita a far prendere forma. Una divisione che imponeva leggi e principi sociali favorevoli alla creazione del concetto di multipolarismo, il concetto di equilibrio tra due o più forze. Come detto all'inizio quindi, la caduta di quello che si considerò barbaro e incivile o di un qualcosa che i paesi sviluppati non potevano accettare, ha portato l'Egemonia capitalista e la potenza Imperialista ha predominare sullo scenario Geopolitico ed Economico dell'Est Europa, i paesi Baltici, Estonia, Lituani e Lettonia, negli ultimi mesi l'Ucraina, la Moldavia ed il resto delle Periferie Post Sovietiche come ad esempio, Turkmenistan, Georgia, Azerbaijan etc .... Oggi dopo anni dalla caduta del Blocco Sovietico ad Est, quella parte di Europa hanno incrementato sfortunatamente, il tasso di povertà, la disoccupazione, la corruzione delle caste politiche e del consumo di pochi in maniera sfrenata. Un discorso a parte però è possibile svolgerlo con la Federazione Russa del Presidente Vladimir Putin. Una Russia che negli ultimi mesi ha intensificato i programmi economici e le unioni economiche con grandi protagonisti della scena Mondiale. La Cina ad esempio, è un grande finanziatore e collaboratore della Russia di Vladimir Putin. Esperienze economiche e sopratutto politiche albeggiano all'Orizzonte con la Siria (martoriata in modo bellico dall'imperialismo, creatore alla fine del famosissimo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante, ISIS) del Presidente Bashar Al Assad o con il governo centrale Iraniano di Rohani. Quindi la Russia negli ultimi 10-9 anni ha intensificato le collaborazioni Economiche con questi paesi. Non dimentichiamoci delle relazioni aperte con il Presidente Lukaschenko in Biellorussia o con grandi aziende del Kazakistan, rendendo quindi l'Unione Euro-Asiatica una realtà Geopolitica e Geo-Economica sullo sfondo di dei concetti economici Internazionali basati sui Mercati Finanziari e sulla gestione di Fondi come quello Monetario Internazionale di pochi e grandi colossi dell'Economia.Esiste oggi quindi, una potenza o un'unione di potenze politiche ed economiche che riescano a contrastare il Demonio Occidentale e Imperialista ?
L'Imperialismo contro Mosca-Pechino-Theran.
Durante una riunione del Club Bilderberg, un membro francese chiese a Kissinger se gli attacchi violenti del governo degli USA all’Iran avrebbero significato l’inizio di un nuovo conflitto su scala internazionale. L’idea venne subito respinta, a causa della vastità del territorio iraniano e del numero elevato degli abitanti, per non parlare infine dei miliardi di dollari di spesa che quella operazione avrebbe comportato. Anche perché l’esercito Statunitense non era attratto da altre campagne belliche contro nazioni economicamente più forti, oltre che meglio preparate e organizzate. Un ipotetico attacco all’Iran contro i siti nucleari si sarebbe rivelato controproducente, perché il contrattacco di Teheran avrebbe aumentato il terrorismo e promosso l’instabilità in Iraq, Afghanistan e Arabia Saudita, facendo aumentare notevolmente il prezzo del petrolio e, con esso, la crisi globale. Era evidente già allora che l’Unione Russia-Cina-Iran stava cambiando lo scenario geopolitico dell’area. In un documento degli Stati Uniti furono citati a tale proposito veri e propri scambi militari, mentre il valore dei beni non militari commerciali era salito a circa il 100%, da quando era cominciata la presidenza Bush. Anatoly Sharansky, ex Ministro israeliano per Gerusalemme, durante il ricevimento del venerdì sera, affermò categoricamente che, per opporsi all’asse Mosca-Pechino-Teheran bisognava rinforzare al massimo l’asse Washington-Tel Aviv-Ankara. Si capì però che l’economia russa era diventata molto più forte rispetto a cinque anni prima, grazie all’aumento della produzione a dell’esportazione di armi e di petrolio, all’aumento notevole dei salari, dei fondi pensionistici e di conseguenza anche dei consumi privati.Un’invasione dell’Iran diveniva quindi necessaria. Ci si domandava quale fosse la strategia migliore per uno smantellamento della sovranità iraniana. La risposta non si fece attendere. Un membro svizzero del Club, probabilmente Pascal Couchepin, capo del potente Dipartimento degli Affari Interni, replicò che tale invasione si sarebbe svolta soltanto con il sollevarsi delle masse popolari contro il “regime” iraniano, ma con tale risposta si capì che questo era un traguardo utopistico. In delle fonti interne alla CIA e all’Unità Speciale dell’Esercito, impegnate nel servizio di sicurezza della delegazione degli USA a Rottach-Egern, sia la CIA che l’FBI si palesavano in aperta rivolta contro le politiche dell’amministrazione Bush. Era evidente che un attacco con armi nucleari da parte di Washington ai siti nucleari iraniani sarebbe stato una catastrofe non solo per le quantità di scorie radioattive che si sarebbero diffuse nell’area, ma per l’eventuale contaminazione anche dell’intera zona geografica del Medio Oriente. Durante il meeting quindi varie domande furono poste all’amministrazione statunitense in merito a tale programma bellico contro il potere regionale iraniano, ma le risposte furono evasive.Per concludere, l’egemonia occidentale ha seminato, e sta seminando, attraverso USA, Israele e UE, devastazione economica e sociale in tutte quelle nazioni indipendenti attraverso vere e proprie sovversioni manipolate e eterodirette. Un esempio di tale sollevazione a noi più vicino è quello di Piazza Maidan a Kiev. Come ai tempi delle rivolte interne scatenate in Iran a seguito della strategia del Bilderberg, l’unico obbiettivo di tale politica estera degli USA è quella di destabilizzare l’economia russa e la stessa politica interna russa. Sono anni, fin dalla dissoluzione dell’URSS nel 1991 ad oggi, che i padroni del mondo cercano di porre fine ad una nuova prospettiva economica e politica alternativa a quella mondialista. Ne abbiamo avuto esempi lampanti con le stesse rivolte arabe. Oggi la Russia del Presidente Vladimir Putin è nel mirino di un cecchino freddo e preciso che nonostante la sua fretta nel sanzionare aziende e istituzioni politiche russe, non riesce minimamente a capire che la Russia non è sola. Oggi l’egemonia Occidentale ha intrapreso una strada senza sbocchi ma non riuscirà ad uscirne così facilmente - parola di Putin!
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