Fonte: Studi geopolitici di Suleiman Kahani.
Sembra proprio che la marcia di avvicinamento alla molto attesa e invocata Intifada, si presenti grazie ad atti di sollevazione spontanei di resistenza, condotti da individui non legate a gruppi o organizzazioni della lotta armata e organizzata. Contro questo atto di resistenza infatti, sembra impossibile utilizzare le normali armi della repressione, da parte delle istituzioni armate israeliane. Ogni auto, ogni convoglio, ogni spranga di acciaio, ogni arma bianca può diventare una vera e propria arma maneggiata da un palestinese esasperato,a patto però che sia disposto a correre seri rischi fisici e morali, una volta compiuto il gesto. Noureddine Abu Hashiyeh, diciassette anni, nato e cresciuto in un campo profughi vicino West Bank a causa dell'invasione israeliana, ha impugnato un coltello e rivolto verso un soldato israeliano, uccidendolo. Noureddine dopo di che è stato catturato, dalle forze armate israeliane e sicuramente torturato. Il suo gesto si è ripetuto nuovamente, per mano di un'altro palestinese, armato di coltello ha colpito tra individui israeliani, residenti nella zona di Alon Shvut, tra le vittime anche, molto probabilmente una donna. Questi gesti saranno fautori di una possibile terza Intifada nello stato Palestinese ? Staremo a vedere.
Nessun commento:
Posta un commento