domenica 17 luglio 2016

La farsa di Erdogan


Il Golpe è terminato ? Probabilmente no. Leggevo in queste ore un articolo intitolato "Golpe in Turchia: Tutte le risposte ai numerosi interrogativi" elaborato da Federico Pierracini, che in pratica proponeva le ipotesi, per lui, più probabili sul tentato golpe in Turchia verso Erdogan, poi fallito. Ipotesi da non sottovalutare. Ad Ankara e Istanbul predomina l'incertezza mescolata da ancora tanta preoccupazione. Conosciamo molto bene il Presidente ottomano e la sua leadership turca, tra finanziamenti allo Stato Islamico e repressione interna (tutt'ora attiva) contro la "minoranza" curda nell'est del paese. Ricordiamo, inizialmente lo stesso Presidente Erdogan, puntò il dito contro Fethullah Gulen per il Golpe. Cosa successivamente smentita dallo stesso Gulen dichiarando poi che in realtà tale colpo di stato è stato panificato dallo stesso Erdogan, una farsa quindi.

Una farsa, pianificata molto bene. Basti osservare le ripercussioni che da sabato stanno sconvolgendo la Turchia. Perché quindi elaborare tale sceneggiatura teatrale ? Le ragioni sarebbero molteplici ma sintetizzandole. In primis, eliminare definitivamente l'opposizione politica in Turchia contro il partito di Erdogan, cioè l'AKP, un'opposizione che racchiuderebbe sopratutto il PKK (Partito Comunista del Kurditan) che ad est, come accennato prima, rivendica l'autorità della regione interessata e i diritti della comunità curda, quotidianamente malmenati.

Senza dubbi, un'operazione interna, condotta da AKP, Erdogan e i suoi seguaci. Un'operazione che in queste ore getta sulla Turchia un velo di paura, per le conseguenze che ne scaturiranno. Intanto continuano i numerosi arresti di alti funzionari militari e della magistratura. Infine una notizia da non accantonare è quella che interessa in queste ore la base aerea NATO di Incirlick, su territorio turco, che dall'inizio del Golpe è rimasta senza acqua ed elettricità, aprendo un scontro tra forze militari turche e statunitensi. Che inizialmente collaboravano assieme, adesso divisi da una muro fatto di preoccupazioni e paure.

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