venerdì 31 ottobre 2014

La Cina aumenta i rapporti economici per contrastare l'Imperialismo

Boccata d'ossigeno per l'Afghanistan. Una nazione martellata e stuprata dai giochetti geopolitici Imperialisti, venerdì ha stretto affari importanti con la Cina del Presidente Xi Jinping.
Finanziamenti che la Cina farà a sostegno dell'Afghanistan con una cifra di ben 81,43 milioni di Dollari. Inoltre fornirà fondi per un importo di 244 milioni di Dollari nei prossimi tre anni per programmi di formazioni in una nazione chinata fisicamente, al volere del piombo straniero dal lontano 2001. 

Parole che arrivano durante il meeting sulla conferenza internazionale dell'Afghanistan che si è tenuta a Pechino, capitale cinese, venerdì. Il Presidente dell'Afghanistan, Ashraf Ghani, ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping e altri leader cinesi nella sua prima visita all'estero. Prima visita all'estero dovuta al suo insediamento nella gerarchia istituzionale solamente a settembre. 

"Sono disposto a lavorare con voi e creare una nuova era di cooperazioni tra Cina e Afghanistan", queste le parole del premier cinese al Presidente afghano Ghani, venerdì durante l'incontro. 

La seconda economia mondiale intensificherà i rapporti bilaterali con lo stato arabo, nella costruzione di infrastrutture, settore primario e conservazione delle risorse minerarie. 
Lo stesso governo cinese ha voluto precisare, che non bisogna interferire con gli affari interi di Kabul e sostenere gli sforzi dell'Afghanistan garantendo sicurezza e stabilità nel paese. 

Infine le aziende cinesi hanno fatto importanti investimenti su territorio afghano, come ad'esempio un'investimento di ben 3 milioni di dollari in una miniera di rame a Mes Aynak. 





giovedì 30 ottobre 2014

Burkina Faso e il tramonto del totalitarismo



















La geopolitica africana trema.

In Burkina Faso i manifestanti hanno esibito atti di disobbedienza civile subito dopo le votazioni di Giovedì, nate per riformare la costituzione e consentire al presidente, Blaise Compaorè, di estendere il suo mandato a 27 anni di leadership.

Un governo, che si instaurò nel 1987 tramite un colpo di stato guidato da quest'ultimo e che fece deporre dalla carica di Presidente Thomas Sankara, e che oggi dopo anni di tensioni sociali si trova ad affrontare la disobbedienza delle masse popolari locali. Gli Stati Uniti e la Francia, quest'ultima ex potenza coloniale hanno espresso preoccupazioni per quanto sta accadendo in queste ore nel paese africano.

Centinaia di manifestanti hanno destabilizzato il cordone di sicurezza dell'esercito e hanno preso d'assalto l'edificio dell'Assemblea Nazionale nella capitale, Ouagadougou, saccheggiando gli edifici, dando fuoco a vari automezzi e infine attaccando la sede delle reti informative nazionali. 

Continui assalti al parlamento nazionale dove inoltre molti uffici amministrativi sono stati devastati dalle fiamme. I manifestanti non hanno del tutto presidiato il parlamento.

Un parlamento difeso dalla guardia nazionale che ha ferito centinaia di manifestanti e ucciso ben 3 persone. Il governo statunitense è "abbastanza preoccupato" per la crisi interna, mentre la Francia ha fatto appello alla calma

La geopolitica africana traballa e penzola su di una lama sottile. Dopo anni e dopo vari tentativi di sovversione, la masse popolari del Burkina Faso tentano con qualsiasi mezzo di rovesciare un governo filo-occidentale e chinato al volere dell'Imperialismo. 

domenica 26 ottobre 2014

Cooperazione bilaterale tra Siria e Russia

Fonte:Studi geopolitici di Suleiman Kahani.

Si rafforzano i rapporti della Federazione Russa con i paesi del Medio Oriente. La Siria ha chiesto alla Russia di entrare a far parte di una zona di libero scambio. Una proposta che il Cremlino prenderà in discussione alla riunione dell'unione economica euroasiatica che si terrà il 23 dicembre.
Una richiesta che arriva già molto prima delle violenze geopolitiche da parte dei ribelli al governo di Bashar Al Assad.

"Abbiamo raggiunto accordi in diversi importanti settori per entrambi i paesi e crediamo che vi siano altri importanti accordi nascosti che ci permetteranno di sviluppare la nostra cooperazione" queste le parole del ministro delle finanze siriano Ismail.

In una sessione nata proprio per rafforzare gli accordi tra Siria e Russia tenutasi nella cittadina russa di Sochi. In questo incontro i due paesi hanno discusso di determinati progetti bilaterali sull'agricoltura, sul commercio e sull'energia, lo stesso Cremlino ha dichiarato di voler collaborare con il governo siriano in questi campi.

Una cooperazione vitale vige ora tra Mosca e Damasco e che permetterà ai siriani di salvaguardare i propri interessi e la propria sovranità su tutto il territorio nazionale. Inoltre durante gli incontri del 23 dicembre si discuterà di accordi che stabiliranno corridoi d'accesso per aiutare i mercati di entrambi i paesi, infine le stesse aziende ne potranno usufruire.

Una Russia che non cede ai passi cupi e degli scenari geopolitici tristi che imperversano sulla scena mondiale e che lo stesso blocco imperialista ne è il fautore.

sabato 25 ottobre 2014

Cooperazione tra Thehran e Pechino

Fonte: Studi geopolitici di Suleiman Kahani.

L'ammiraglio iraniano Habibollah Sayyari, si è recato nella capitale cinese, Pechino, per una breve ma importantissima visita, dove ha interagito in un dialogo con i vertici della Marina di Liberazione Popolare cinese, a capo l'ammiraglio Wu Shegli ed il Ministro della difesa Chang Wanquan.

Entrambi le parti interessate, Iran e Cina, hanno stipulato accordi che permettano di aumentare la cooperazione tra i due paesi, al fine di eliminare la pirateria, contrastare il terrorismo navale, promuovendo la libertà e la libera circolazione.

Un argomento che Pechino stessa, non ha preso sotto gamba, vista la necessità per un continuo sviluppo economico cinese, garantendo il trasporto e l'afflusso di materi prime nei porti dei paesi che circondano entrambe le nazioni di Iran e Cina e infine salvaguardare il commercio delle banchine, per tutelare l'arrivo dei prodotti, da vendere poi sul mercato.

Inoltre lo stesso Ministro Wunquan ha espresso che: "La Repubblica Popolare cinese collaborerà con la Repubblica Islamica dell'Iran, non solo in ambito navale, bensì in tutti gli aspetti geopolitici e di difesa".

Il PCC e lo Stato di diritto.
















Giovedì a Pechino si è concluso l'incontro plenario del Partito Comunista Cinese.

Ribadendo, che il vero obbiettivo del governo cinese è quello di migliorare lo "Stato di Diritto", che comprende la salvaguardia dei diritti umani e sociali di ogni singolo individuo, salvaguardando infine il sesso, la razza e il pensiero.

Quindi i membri del Comitato Centrale hanno discusso delle manovre da attuare,per il miglioramento dei diritti civili.

Il governo cinese dovrà formare un nuovo meccanismo giudiziario per registrare determinati funzionari che interferiscono con i casi giudiziari e ritenerli responsabili, questo quanto riportato in un comunicato stampa del PCC al termine della sessione plenaria composta da ben 205 membri.

I leader cinesi hanno inoltre affermato di realizzare una serie di obbiettivi giudiziari entro il 2020 e di garantire la dovuta "correttezza giudiziaria", anche perché parte delle riforme furono già attuate e messe in pratica nel dicembre del 2013.

Tra i tanti obbiettivi, durante la plenaria si è parlato di corruzione. Un termine che attanaglia i leader cinesi e sopratutto il governo centrale della nazione stessa.

Un'obbiettivo che lo stesso Premier cinese Xi Jinping sarà in grado di portare a termine, dichiarando infine di riempire le sedie vuote del Comitato Centrale del PCC e eliminare la corruzione che, purtroppo giace, nelle file del partito stesso.

Un balzo in avanti è quello che vede protagonista la Cina del Presidente Xi Jinping aumentando i diritti civili ed estirpando la corruzione.

Due punti fautori di malcontento popolare e della solita propaganda mediatica, che l'Occidente non tarda a mettere in scena, descrivendo il blocco multipolare come il nemico da combattere e da radiare.

martedì 21 ottobre 2014

La Mongolia nel quadro geopolitico multipolare

Dopo il crollo del blocco sovietico, le relazioni tra Mongolia e Russia hanno attraversato un periodo di declino tra il 1990-1993. Un declino che ha caratterizzato una profonda crisi all'interno del settore commerciale ed il fatturato di entrambi i paesi tra il 1991-1993 era del ben 40% e nel 1998 del 6,5%.
La Mongolia, dopo la caduta dei principi politici interni, nel 1994 fu attraversata da una crisi economica, che riuscì a placare con riforme economiche interne ed aiuti economici esteri. Nel 1993, Mongolia e Russia trascrissero un'accordo di cooperazione economica, che ha portato entrambi i paesi in una fase di recupero e stabilizzazione politica ed economica. Infine entrambi i paesi rafforzarono i rapporti di cooperazione con la "Dichiarazione sulla partneshirp strategica", firmata a Ulanbator, capitale dello stato mongolo, nel 2009, anno della presidenza di Dimtry Medvedev.

Da notare l'importanza che la cooperazione, che dal 1998, vige tra i due paesi oggi ha portato ad un'ulteriore ampliamento innanzitutto economico e politico. Hanno ampliato gli accordi energetici, le telecomunicazioni, la scienza, la cultura e tutti gli altri settori. Basti osservare il 2009, anno in cui Mongolia e Russia hanno firmato per la cooperazione e trasformato ben cinque progetti in realtà. Il più importante che ha visto partecipi il Ministro dei Trasporti della Mongolia e le Ferrovie Russe, ha sancito la tanto attesa abolizione dei visti.

Lo stesso Presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che in un futuro vicino, i due paesi saranno in grado di creare nuove cooperazioni bilaterali, finalizzata alla creazione di nuove industrie.
Inoltre si è deciso di utilizzare le valute nazionali per gli scambi economici e gli investimenti bilaterali, per non dimenticare del mercato mongolo della carne animale che nei prossimi anni avrà maggiore spazio nel mercato della Federazione Russa, Anche perché secondo dati specifici l'importazione dalla Mongolia della carne di bovino è molto più conveniente, in fattori economici e numerici, rispetto alle importazioni delle carni Sudamericane. In una conferenza stampa, Vladimir Putin, ha dichiarato, "di aver accumulato una notevole esperienza di lavoro del campo minerario".

Per quanto riguarda infine, il settore umanitario, Russia e Mongolia hanno deciso di istituire nuove scuole e nuovi centri di formazione e di ampliare la cooperazione nei settori culturali e dello sport. Per non parlare della cooperazione in campo energetico, dove uno dei colossi della produzione di idrocarburi, l'azienda russa Rosneft copra oggi la stragrande maggioranza del fabbisogno nazionale in Mongolia in prodotti petroliferi e di carburante.
La visita del Presidente Vladimir Putin, ha sottolineato che: "Le relazioni bilaterali in futuro diventeranno più positive ora resta soltanto osservare e sperare che ciò avvenga e che i legami strategici tra i due paesi porti alla realizzazione di nuovi progetti".

venerdì 17 ottobre 2014

Le aziende brasiliane nel mercato russo.

Ora anche il Brasile nella lista dei paesi fornitori di prodotti agroalimentari della Federazione Russa. 

Il Brasile potrebbe diventare, quindi uno dei principali fornitori di carni per il mercato russo. Queste le dichiarazioni riportate da Ria Novosti, martedì da parte dell'Associazione delle Carni brasiliane. 

A sua volta, il Brasile ha ridotto le forniture, in campo alimentare ad altri paesi esteri, proprio per soddisfare le esigenze della Russia. 

Secondo dei dati, di questa società brasiliana, ABPA, la Russia ora coinvolge una grandissima fetta di esportazioni delle carni brasiliane con una stima del 39,6 %, in aumento rispetto al 35,8 % dei mesi scorsi. Un dato positivo per il mercato russo. Collassato dalle sanzioni imposte circa un mese fa da UE e USA. 

Dal mese di agosto, le aziende brasiliane hanno intensificato la loro produzione di surgelati, con carne di maiale, pollo e manzo per soddisfare le esigenze del mercato russo.
Ad ottobre le esportazioni di carni surgelate da parte del Brasile verso la Federazione Russa è aumentata e tenderà ad aumentare progressivamente. 

Il mercato russo è davvero in crisi ? Con la nuova ondata di sanzioni economiche che Washington e Bruxelles hanno emanato, porterà davvero ad un'isolamento della Federazione Russa ? 
Le risposte sono chiare e lucide. La Russia non è sola. Il blocco multipolare dei BRICS allaccia la cintura e prende il volo, verso una meta che sarà fautrice di benessere e prosperità. 

giovedì 16 ottobre 2014

L'India partner nel mercato agroalimentare della Russia

I cetrioli sono stati una parte fondamentale, della cucina russa per molti secoli. Gusti, agroalimentari, che sono rimasti invariati anche durante l'Unione Sovietica. Le stesse aziende private nazionali sono impegnate in questo campo già da tempo, grazie anche alla globalizzazione che ha permesso loro di cercare fornitori di questo ortaggio, provenienti da paesi esteri, con un livello di qualità ad un prezzo competitivo.

Circa un terzo dei sottaceti conservati in botti o vasetti, sono venduti dalle aziende indiane, molto probabilmente nel campo agroalimentare, circa 25 aziende del governo indiano, forniscono già da anni questo prodotto alla Russia. Sorprendentemente, i fornitori indiani sono stati in grado di entrare nel marcato russo molto velocemente, prendendo in considerazione il fatto che l'India ha cominciato a coltivare questo ortaggio solo nel 1990. Nei primi anni 2000, erano ancora, praticamente, impossibile trovarli sul mercato. Oggi, i cetrioli indiani sono vendute nelle più grandi catene agroalimentari della Federazione Russa. Un'azienda di un noto imprenditore indiano, Kumar, che già nei primi anni 2000, ha intrapreso relazioni di mercato, usufruendo della bontà e della qualità di questo ortaggio, oggi la sua azienda opera nel mercato russo.

"Noi spediamo i nostri prodotti in Russia, ma durante il tragitto, con temperature basse che oscillano sotto i 24° i prodotti arrivano congelati", queste le parole di Kumar.

Igor Bondarev, imprenditore per aziende della distribuzione del cibo in scatola, ha confermato che circa 5 aziende indiane hanno preso piede nel mercato russo. Anche perché i fornitori indiani rappresentano circa l'80 % del mercato dei cetrioli.

Sempre, Igor Bondarev, ha dichiarato che: "Le stesse aziende russe hanno sempre prodotto ortaggi, con un volume che oscilla tra i 3 e i 6 cm. Oggi però i prodotti agricoli russi hanno acquistato un volume di circa 6-9 cm. I produttori quindi, sono interessati a calcolare il peso, maggiore è il peso a sua volta maggiore è il rendimento".

Un'aumento della domanda, molto probabilmente, soffocherà le aziende indiane degli ortaggi. Per varie cause. La prima è dovuta alla serie di sanzioni economiche ed energetiche che Washington e UE hanno gettato sull'economia russa e la seconda causa è la tassazione che arriva sui prodotti e beni forniti da Ucraina e Moldavia.

Un'aumento quindi del circa 10 %, investirà le importazioni dei cetrioli delle varie aziende indiane nella Federazione Russa. Infine Kumar, dichiara, che la Russia sarà in grado di soddisfare completamente le sue esigenze agroalimentari grazie ad un grande partner. L'India.
Nel corso degli ultimi 13 anni, circa, le aziende indiane sono riuscite ad acquistare una quota significativa nel mercato russo, e con l'embargo economico, che la Federazione Russa ha imposto alle aziende Europee, le importazioni indiane sono destinate a crescere.



lunedì 13 ottobre 2014

L'economia cinese nel quadro geopolitico globale

Le esportazioni cinesi sono aumentate negli ultimi 19 mesi, un espansione che si aggira tra i 15,3% rispetto ad un'anno fa, con una cifra monetaria di ben 213,7 miliardi di Dollari nel solo mese di Settembre.

Le importazioni sono aumentate del 7% annuo con un valore economico di 182,7 miliardi di Dollari e lo stesso commercio estero è aumentato del 11,3%. Questi sono i dati delle agenzie nazionali e che fanno capire subito che l'economia cinese è in forte espansione, già da mesi.

Stessa fotocopia, possiamo registrarla nel surplus commerciale, che vede un dato che si aggira tra i 31 miliardi di Dollari dell'anno scorso, a i 49,8 del mese di Agosto di quest'anno. Per il periodo dell'anno 2014, Gennaio-Settembre, il commercio estero cinese ha raggiunto il 3,3%, con una somma monetaria di ben 3,160 miliardi di Dollari, con un tasso di esportazioni del 5,1%.

"Non vi sarà stimolo monetario in un prossimo futuro, nonostante il rallentamento della seconda potenza economica mondiale", evidentemente ci si riferisce agli USA, questa l'affermazione di un'economista sabato, presso la Banca Centrale Cinese.

Infine lo stesso mercato del lavoro cinese, sembra piuttosto stabile, anche perché l'economia cinese ha trasformato le sue strutture, trasformandosi in un sistema economico, "basato sui servizi".

La Cina continua la sua scalata economica nel quadro globale senza interruzioni. "Non c'è un vero e proprio bisogno, di uno stimolo monetario", queste le parole del rappresentate economico della Banca Centrale Cinese, Ma Jun, durante un'incontro tra FMI e Banca Mondiale a Washington.

sabato 11 ottobre 2014

L'Armenia nel concetto Multipolare

Non si riesce ad ascoltare l'urlo del cambiamento che arriva da Est. Un'urlo che i Mass Media Occidentali non riescono ad udire o perché sordi o perché fingono di essere sordi, ma in realtà riescono ad ascoltarlo molto bene.

"L'adesione dell'Armenia all'Unione Economica Euroasiatica, lancerà una nuova ondata di fasi politiche ed economiche, integrando il Paese nell'Unione", queste le parole del Premier armeno Serzh Sargsyan, venerdì durante il meeting del Blocco Euroasiatico tenutosi a Minsk, Bielorussia.

Questo processo di negoziazione non è stato semplice, ma complesso ed ampio, ma che ha visto alla fine una vera e propria vittoria per l'Unione Economica. Lo stesso Premier armeno considera il Blocco Multipolare una vera e propria opportunità redditizia, sulla base della libera circolazione dei capitali, della forza lavoro, delle merci e dei servizi.

Quindi i leader del Blocco Euroasiatico hanno firmato il contratto di adesione del Governo Armeno nell'Unione. Kazakhistan, Russia e Bielorussia sono lieti di dare il benvenuto ad un nuovo membro e così ampliare gli orizzonti di un concetto Multipolare. Un documento che entrerà in vigore soltanto nel 2015. Accrescerà la cooperazione economica tra i paesi membri. Rispettando il trattato, i paesi membri si impegneranno a garantire la libera circolazione di beni, servizi, capitali, mano d'opera e infine attuare una politica coordinata nel settore energetico, industriale, agricolo e dei trasporti.

Mosca ha ampliato i suoi progetti geopolitici, l'Armenia bussa alle porte del Cremlino per chiedere sicurezza e massima cooperazione. L'Unione Euroasiatica ha davvero posto sul tavolo le carte giuste, per contrastare l'Imperialismo e i suoi seguaci. A breve anche il Tagikistan, contribuirà alla crescita Multipolare del blocco economico.

Agenti della NSA nei paesi occidentali

























Per infiltrasi nei dispositivi informatici stranieri e ottenere l'accesso a determinati sistemi sensibili. l'Agenzia di Sicurezza Nazionale Statunitense (NSA), ha distribuito agenti sotto copertura in Cina, Germania,Corea del Sud e in società nazionali.

Una nuova fuoriuscita di materiale e dati delicati, hanno quindi, messo in guardia il governo USA, sulla base informatica. In ben 13 pagine di questo documento, la NSA descrive dei programmi che non devono essere divulgati per non compromettere la sicurezza su scala nazionale. 

Questi programmi però, sono già in vigore e funzionanti dal 2012, e sono;
  1. Sentry Hawk: esso prevede la cooperazione tra la NSA, società estere e nazionali;
  2. Sentry Falcon: esso include nel suo interno la difesa delle reti informatiche;
  3. Sentry Osprey: esso, con la collaborazione di FBI, CIA e Pentagono, possono contribuire a dare l'accesso a determinate reti informatiche;
  4. Sentry Raven: in esso, sono descritti i negoziati, che la NSA e le società statunitensi hanno stretto, per ridurre a queste ultime la loro crittografia, le famosissime scritture segrete;
  5. Sentry Condor: che comprende attacchi di rete informatici e che possono quindi distruggere o indebolire i sistemi di base:
  6. Sentry Gufo: esso coinvolge la NSA a collaborare con le aziende estere per rendere i prodotti sensibili alla raccolta dati per la NSA.
Nel frattempo però, il rapporto fa osservare che l'agenzia di sicurezza nazionale non è l'unica a volere i dati delle aziende, indicando inoltre dei gruppi nella Repubblica Popolare Cinese, che sono sospettati di volere tali informazioni. 

I nuovi documenti inoltre, mostrano anche che la NSA collabora in modo significativo con società estere utilizzando il programma Sentry Gufo, in particolare quando si tratta di prodotti già fabbricati. In questo caso, per i consumatori è difficile ottenere hardware di comunicazione protetti, e nello stesso momento una sicurezza minore arriva alle orecchie dei governi centrali Occidentali, del fatto di non essere consapevoli, che le loro aziende lavorano per il Sistema di Sicurezza Nazionale Statunitense. 

Questa espansione informatica degli USA è dovuta secondo un ex crittografo della NSA, William Binney, anche: "Alla massiva globalizzazione del commercio, degli investimenti, dei flussi informativi e di un sistema di ricerca internet sicuro e aperto". 

giovedì 9 ottobre 2014

Le stime del FMI sulla Cina

Secondo a dei dati diffusi dal FMI (Fondo Monetario Internazionale), la Cina supererà nella classifica globale economia, gli Stati Uniti alla fine del 2014, questo secondo i dati calcolati in termini di potere di acquisto*, PPP, mentre gli USA rimarranno stabili in termini normali.

Secondo le stime del FMI, l'economia cinese è destinata ad ingrandirsi, con una somma pari a 17,600 miliardi di Dollari entro la fine del 2014. Una previsione indica, che entro il 2020 il divario sarà ampio, favorendo la Cina, per un valore di 27,000 miliardi di Dollari in confronto ai 22,000 miliardi di Dollari degli Stati Uniti.

Questi dati, vengono forniti dal Financial Times, di martedì e dove le relazioni coincidono con il rapporto del FMI di lunedì, un rapporto però che non menziona una presunta scalata della Cina verso gli USA.Una notizia però, insabbiata dai Media Occidentali, e che quindi lo stesso Fondo Monetario, in un rapporto riconosce un vero e proprio contributo del Governo cinese nella crescita globale.
Con queste cifre, il Financial Times, ha anche riferito che i mercati dei paesi EMERGENTI sulla scena globale, convergono con i paesi del blocco Occidentale, riferendo infine in un rapporto che per il 2020 queste potenze economiche e politiche emergenti, riusciranno a creare un divario tra i paesi avanzati quindi industrializzati e loro stessi.

Basti osservare il riquadro sottostante e capire che paesi membri del blocco BRICS hanno un divario con i paesi del G7.

Per concludere, secondo uno studio economico che si è svolto a Mosca in questi giorni, si è riuscito a dimostrare che il PIL dei Paesi Occidentali sono, artificialmente, mantenuti alti grazie al debito pubblico che essi possiedono.

Il Blocco Multipolare avanza ininterrottamente, trascinando l'Imperialismo in un vicolo cieco senza uscita, grazie alla Cina che ha sviluppato un'economia aperta alle aziende straniere, negli ultimi 50 anni. Eliminando infine le diseguaglianze economiche e sociali tra zone rurali e zone urbane.


Note;

  1. * Esso esprime la quantità di beni e servizi che può essere comprata con un determinato reddito. 


mercoledì 8 ottobre 2014

Terra fertile per Gazprom nel giardino della Merkel

Il colosso russo Gazprom e l'azienda chimica tedesca, BASF, stanno lavorando assieme per concludere un contratto che prevede, l'acquisto dell'impianto chimico della cittadina tedesca di Rehden da parte di Gazprom.

L'accordo è stato firmato nel lontano 2013 ed approvato dalla Commissione Europea. La stessa UE ha dichiarato, che il contratto non sarà disturbato dalle sanzioni che Bruxelles e Washington hanno lanciato alla Federazione Russa in questi mesi. L'impianto di stoccaggio di Rehden copre un territorio di circa otto chilometri quadrati, con una profondità di 2000 metri e può contenere 4,2 metri cubi di Gas naturale, circa il 7% dei 60 metri cubi di gas annui tedeschi. Lo stesso stabilimento è importante sia per l'intero territorio nazionale tedesco e sia per la vicina Olanda, che ne fa uso in quantità elevate, durante l'arco di un'anno.

Questo accordo darà spazio al colosso energetico russo Gazprom, nel mercato Occidentale e dell'Unione Europea, dopo aver aperto il gasdotto Nord Stream che percorre il sottosuolo Baltico.

"Questo scambio rafforzerà notevolmente la posizione di Gazprom su tutta la catena di produzione, dalle materie prime alla realizzazione del prodotto finito" queste le parole dei dirigenti di Gazprom, alla TV russa Vesti. 

Nel 2013, le esportazioni di gas naturale russo verso la Germania sono aumentate, raggiungendo una somma di ben 40 miliardi di metri cubi, e ben 33,3 miliardi di metri cubi l'anno precedente (2012).
Gazprom infine, non è protagonista solo in Germania per il possesso di stazioni per lo stoccaggio del gas naturale. Attualmente il colosso russo possiede stabilimenti anche in Austria, Bielorussia, Armenia, Serbia, Lettonia e Regno Unito.

Possiamo definirla una svolta quindi epocale per un ramo economico della Federazione Russa del Presidente Vladimir Putin,  Gazprom è riuscita a conquistare una piattaforma importante nel cuore dell'Europa. Nel cuore della politica monetaria Europea e sopratutto nel cuore del potere temporale di un continente intero, la Germania.


Cina e Venezuela partner nella tecnologia aerospaziale

Domenica 5 ottobre, il Venezuela ha firmato un'accordo, assieme ad una azienda statale Cinese, per lanciare un terzo satellite in orbita, utilizzando la tecnologia aerospaziale cinese. Dati certi non ce ne sono, in merito alla somma monetaria che il Governo centrale Venezuelano ha dovuto impiegare per portare a termine questo lancio in orbita di un terzo satellite. Il satellite venezuelano è stato denominato Antonio José de Sucre, patriota Venezuelano del 1800. Anche precedentemente altri satelliti già lanciati in orbita furono denominati con i più celebri nomi di grandi patrioti del 19°esimo secolo venezuelano.

L'accordo firmato dal Presidente venezuelano Nicolas Maduro e l'azienda statale Cinese (CGWIC), Cina Great Wall Industry Corporation. Quest'ultima specializzata nella distribuzione di piattaforme di lancio per satelliti.

"Voglio celebrare l'accordo costituito e lanciare il nostro terzo satellite in orbita grazie alla cooperazione del Governo Cinese" queste le parole di Nicolas Maduro, e infine ha aggiunto durante l'incontro: "Ora il Venezuela sarà più indipendente tecnologicamente".

Lo stesso Premier cinese Xi Jinping, ha precisato che, il proprio governo sarà in grado di trasferire al governo Venezuelano altra tecnologia aerospaziale proprio per l'ampliamento di quest'ultima.
Già precedentemente, la Cina, nel 2008 ha inviato in orbita, il primo satellite venezuelano, il Simon Bolivar o chiamato Venesat-1. per poi inviare nel 2012 il secondo satellite di telerilevamento.

Gli scambi commerciali tra Cina e Venezuela sono aumentati di ben 1,4 milioni di Dollari, circa 40 anni fa, mentre oggi già dal 2012 gli scambi commerciali si aggirano tra i 19,2 miliardi di Dollari.

La Cina sta giocando un ruolo fondamentale nel quadro geopolitico globale. Non a caso i disordini, che hanno visto protagonisti gli studenti di Hong Kong, sono nati dall'esigenza dell'Imperialismo per abbattere e piegare al volere Occidentale il Premier Xi Jinping. Non dimentichiamoci, che la Cina ha un grandissimo alleato al proprio fianco, la Russia, e che negli ultimi anni sta creando nuovo forme di contratti con governi intenti a distruggere le onde di una politica Imperialista, formata da saccheggi finanziari e crisi economiche studiate a tavolino.




lunedì 6 ottobre 2014

Il Vietnam nel quadro geopolitico asiatico

Mosca sta avviando dei negoziati con il governo centrale del Vietnam, intento, ad aggrapparsi all'Unione Euro-Asitica. Questo quanto detto durante l'incontro Russia-Vietnam svoltosi ad Hanoi. Questa unione del Vietnam al blocco Euro-Asiatico, mostrerebbe quanto la Federazione Russa non sia rimasta isolata dopo che Unione Europea e Washington hanno lanciato nei mesi scorsi le ennesime misure di sanzioni all'economia nazionale. "Aumentare le entrate commerciali di entrambi i Paesi con un costo pari a 7 miliardi di Dollari nel 2015 e 10 miliardi nel 2020", parole pronunciate dal Vice Ministro della Camera del Commercio e dell'Industria Vietnamita, durante l'incontro. 

Anche lo stesso Ministro degli Esteri Russo, Sergei Lavrov, ha annunciato che: La Russia definisce importante l'amicizia con il governo centrale del Vietnam e sottolinea l'importanza del paese nell'Area del Pacifico. La stessa Federazione Russa appoggia pienamente il Vietnam nell'Organizzazione (ASEAN), l'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico. 

Alto è anche il fatturato che l'Unione Economica ha creato negli ultimi anni, con una cifra pari al 50%, che equivale a circa 23 miliardi di Dollari e nel 2013 era pari al 66,2 miliardi di Dollari. 
L'Unione Euro-Asiatica garantisce libero scambio commerciale, libera circolazioni di capitali, servizi e sopratutto forza-lavoro. La Federazione Russa sta collaborando assieme al governo Vietnamita, nella costruzione di ben 12 progetti di investimenti, tra cui la costruzione di una centrale nucleare nella Provincia di Ninh Thuan e l'espansione della raffineria di petrolio di Dung Quat. 

Il Vietnam ha creato un fatturato di ben 4 miliardi di Dollari, nel 2013, con una crescita del 7% circa. Mentre nel 2014 la cifra si aggira tra i 2 miliardi di Dollari. 

Cosa dire ? La Russia riuscirà, con molto sudore, a conquistare l'ennesimo tassello per ampliare il quadro geopolitico nella zona Asiatica ed eliminando gli sguardi degli USA sul Vietnam, regione strategica per Washington, quindi rafforzare il blocco Euro-Asiatico. 


domenica 5 ottobre 2014

"La gente è disillusa dalla Democrazia" parola di Alexander Lukashenko

L'inviato della TV, Euronews, Sergio Cantone ha incontrato il Presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko. Protagonista, nel conflitto in Ucraina.
Sergio Cantone, Euronews:“Signor Presidente, benvenuto a Euronews. È preoccupato per quanto sta accadendo in Ucraina, mi riferisco alle tensioni e alle violenze dovute al conflitto; che soluzione propone come via d’uscita?”
Alexander Lukashenko:“Si, sono preoccupato perché gli scontri sono in corso in un paese vicino al nostro, vicino ai nostri fratelli, alla nostra gente. La situazione potrebbe essere risolta entro un anno, sempre che Ucraina, Russia e Occidente lo vogliano veramente.”
Euronews:“I nostri telespettatori sono sicuramente interessati a conoscere il contenuto di questo suo piano.”
Alexander Lukashenko:“Si tratta di una decisione difficile e anche pericolosa. Ma se dovesse persistere la diffidenza tra Occidente e Russia e tra Russia e Stati Uniti, sarei pronto a usare il mio esercito per separare le due parti in conflitto e ad inviare un contingente bielorusso in Ucraina. Questo è il mio piano se parliamo del conflitto. Se parliamo invece in generale della stabilizzazione della situazione in Ucraina, penso sia necessario una riforma costituzionale, una riforma dell’intero processo politico in base ai principi democratici. In Ucraina ci sono oligarchi molto potenti, i cui interessi vanno ben oltre i confini del Paese, hanno soldi ovunque e non hanno nulla in comune con il popolo ucraino.”
Euronews:“Siete pronti a riconoscere le Repubbliche autonome di Donetsk e Lugansk?”
Alexander Lukashenko:“No, su questo manteniamo la nostra posizione, siamo completamente in disaccordo. Non vogliamo la disintegrazione dello Stato ucraino. Molti pensano che l’integrazione della Crimea sia stata un errore, perché era una parte di territorio russo. Ecco secondo me questo è un approccio sbagliato.”
Euronews:“Pensa di avere un ruolo neutrale in questo conflitto? Io ho come l’impressione che si stia puntando il dito solo contro la parte ucraina e non contro i separatisti filo-russi, e poi non ha menzionato il progetto russo di Novorussia, che è un elemento di instabilità per l’area.”
Alexander Lukashenko:“L’Ucraina è diventata teatro di azioni militari e di dispute tra le grandi forze geopolitiche; come ho già affermato questo non riguarda solo l’Occidente. Russia e Occidente hanno commesso molti errori, ma inizialmente la responsabilità maggiore non è stata della Russia, ma dell’Occidente. Non è stata Mosca a fomentare le proteste a Maidan; sono stati alcuni funzionari degli stati occidentali che di proposito hanno voluto istigare i manifestanti di piazza Maidan. Secondo punto: ho sempre sostenuto di non riconoscere il progetto del neo-stato di “Novorussia”. Sono per l’unità e l’integrità dello Stato ucraino. Non ci dovrebbero essere conflitti in zone come Transnistria e Nagorno-Karabakh, dove invece la situazione è sempre molto tesa ed esplosiva. Come persona, e come presidente della Bielorussia, non voglio la guerra, anche perché noi siamo un paese molto vicino all’Ucraina.”
Euronews:“La Crimea è stato un tipico caso di violazione della legge internazionale, la violazione dell’integrità territoriale di un paese europeo, l’Ucraina. Ed è successo dopo la caduta di un regime a Kiev. E’ d’accordo?”
Alexander Lukashenko:“No, assolutamente no. Intende forse dire che quanto accaduto in Crimea, è stata una vendetta della Russia per i fatti di Maidan? Assolutamente no. E’ stato solo il risultato di azioni sbagliate del governo ucraino in quel momento.”
Euronews:“Non pensa che invece stiamo assistendo a una sorta di guerra civile all’interno del mondo post-sovietico e quello che è successo in Ucraina è stata una specie di onda d’urto che ora sta coinvolgendo il suo paese, la Bielorussia, la stessa Mosca,la Federazione Russa. Forse questo è il motivo della forte preoccupazione da parte di entrambi i paesi.”

Alexander Lukashenko:“Nei paesi post-sovietici le persone sono disilluse dalla democrazia. Le persone sostengono e vogliono uno stato forte, che riesca a contrastare il caos e la guerra civile interna; e questo sta accadendo specie dopo gli eventi in Ucraina.”
Euronews:“Il fatto che le persone siano stanche della democrazia significa che una parte dell’opposizione politica deve andarsene all’estero oppure fa parte solo di un disegno politico da parte di chi sta al potere?”
Alexander Lukashenko:“A chi si riferisce: a Bielorussia, Ucraina o Russia.. Per quanto riguarda i leader dell’opposizione, noi non costringiamo nessuno ad andarsene. La legge dovrebbe essere rispettata da tutti, da chi sta al potere e dai leader dell’opposizione. In caso di violazione della legge allora è necessario prendere provvedimenti.”
Fonte: Euronews

sabato 4 ottobre 2014

Il Caucaso sotto il mirino dell'ISIS

Il Ministero della Sicurezza Nazionale dell'Azerbaigian ha annunciato la detenzione di 26 cittadini del paese che hanno preso parte ai combattimenti in Siria e in Iraq combattendo al fianco dello "Stato Islamico". Sono accusati di distribuzione di armi e munizioni, oltre al coinvolgimento di minori colpevoli di reati gravi. Secondo il capo del Centro per gli Affari Pubblici del Ministero della Sicurezza Nazionale dell'Azerbaigian Arif Babaev, ha poi affermato che alcuni cittadini azeri si sono visti protagonisti nella guerra in Medio Oriente pochi anni fa. Sono stati inviati in Pakistan, e dopo un duro addestramento, sono stati collocati in una zona di combattimento in Iraq e in Siria. Le autorità del Governo centrale dell'Azerbaigian hanno alzato l'allerta, per gli estremisti religiosi, che sono giunti grazie al conflitto nei ranghi della ISIS, possono continuare la jihad, non solo in Azerbaigian, ma anche nel Caucaso settentrionale e in Asia centrale. Soprattutto perché le fila di unità di combattimento dell ISIS includono non solo azeri e persone provenienti dal Caucaso del Nord, ma anche kazaki, kirghisi, tagiki, e tartari.

"I paesi del Caucaso e dell'Asia centrale non devono abbassare la guardia dinanzi alla minaccia rappresentata dallo Stato islamico", queste le parole del Professore Alexei Malashenko. "Provengono da 80 paesi diversi, tra cui anche dal Messico". "L'urlo della lotta per la Jihad sono arrivati in tutto il mondo, in India, Pakistan, Nigeria, questa è una minaccia che deve assolutamente essere affrontata"

Secondo Malashenko la "primavera araba", che ha avuto inizio nel 2011, ha scatenato l'euforia e un concetto di Democrazia fantoccia nella Regione. Ci fu un periodo di instabilità, di cui i radicali islamici hanno approfittato immediatamente. Oggi si stanno creando infrastrutture militari, catturando territorio. Come risultato, essi hanno il controllo di un terzo della Siria, e un terzo dell'Iraq. Centinaia di migliaia di curdi stanno lasciando le loro case ... La domanda è: Chi sta sostenendo realmente i radicali islamici ? ha descritto Alexei Malashenko.

Anche il governo centrale della Georgia ha aderito al blocco contro l'ISIS. Le istituzioni Georgiane hanno dichiarato che gli Stati membri creano sul proprio territorio un campo di addestramento per i ribelli siriani per combattere IS militanti. Lo ha riferito la pubblicazione americana Foreign Policy, con riferimento al l'ambasciatore della Georgia negli Stati Uniti Archil Gegeshidze. La Georgia quindi presumibilmente sostiene gli Stati Uniti nella lotta contro il Califfato Islamico. La Georgia quindi è diventata il primo Stato al di fuori della coalizione (Gran Bretagna, Francia, Germania, Canada, Australia, Italia, Polonia e Danimarca) contro il terrorismo del ISIS (Lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante). La Georgia è già coinvolta in operazioni NATO in Afghanistan e in Iraq già dal lontano 2003. 


Nel frattempo, il Consiglio di Sicurezza Nazionale tramite il Primo Ministro della Georgia ha rilasciato una dichiarazione in cui ha negato la possibilità di creazioni di veri e propri campi di addestramento con alloggi per i ribelli siriani nel proprio territorio. Nel frattempo, altre istituzioni georgiane hanno confermato l'esistenza di un piano per creare un centro Anti-Terrorismo regionale.
Per quanto riguarda il pericolo per il Caucaso e l'Asia centrale rappresentato dallo Stato islamico, l'analista politico kazako Dosym Satpayev ha detto che tutto è cominciato con le minacce comuni del Caucaso e dell'Asia Centrale. La maggior parte dei suoi combattenti sono gruppi che arrivano da ogni parte del mondo, che contribuisce a creare un unico 'Califfato' in queste aree. 

La Federazione Russa quindi, dovrà osservare e sigillare i propri confini territoriali. Proprio perché L'Imperialismo è vicinissimo, la Georgia, è l'ennesimo burattino che USA, UE ed Imperialismo riescono a gestire per propri interessi economici e sopratutto politici. Aprendo trattati bilaterali con le proprie istituzioni governative, gli USA e il terrore dell'Islam cercheranno con qualsiasi mezzo di rompere gli equilibri sociali, economici e politici al Presidente Vladimir Putin. 





First appeared:http://journal-neo.org/2014/10/04/rus-igil-doshel-do-kavkaza/